Roma, 13 gennaio 2022 - "Ieri in Senato, con il contributo del ministro Luigi Di Maio, del viceministro Alessandra Todde e dei colleghi Nunzia Catalfo e Sergio Vaccaro abbiamo presentato un ddl che si pone un obiettivo semplice: attivare meccanismi premianti per le imprese che restano sul territorio e che investono. Un paradigma opposto rispetto ai tentativi normativi fatti in passato, punitivi per le imprese che delocalizzano e quindi poco efficaci. Leggo ora di critiche della Cgil nella misura inserita in legge di Bilancio, volta a scongiurare alcune chiusure: dobbiamo capire che una misura non esclude l'altra. Noi dobbiamo mettere fine da una parte alle chiusure immotivate, dall'altra al fenomeno frequente delle aziende che prendono soldi pubblici e poi scappano, magari licenziando i lavoratori via Whatsapp. Semmai noi vogliamo aiutare gli imprenditori che dall'estero decidono di "rilocalizzare" alcune produzioni. Con un sistema che combini crediti d'imposta per gli imprenditori che restano nel nostro paese a esoneri dei versamenti dei contributi previdenziali dei lavoratori. Il ddl mira a questo in primis, e prevede l'istituzione di un apposito fondo presso il ministero dello Sviluppo Economico con una dotazione iniziale di 200 milioni, e una nuova Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Abbiamo il dovere di intervenire aiutandole le imprese. Dall'altra parte, non si può nemmeno pensare di rimanere passivi, di fronte a casi fin troppo sfacciati di delocalizzazione selvaggia spacciata per internazionalizzazione". Così in una nota il senatore MoVimento 5 Stelle Sergio Romagnoli, primo firmatario del Ddl illustrato oggi a Palazzo Madama.