Perdonatemi se sarò prolisso, non amo i messaggi lunghissimi ma credetemi, questa volta non posso farne a meno...
Commentate liberamente, grazie!
Che dire? La visita della settimana scorsa all’#ILVA di Taranto, le diverse audizioni, gli sguardi, i paesaggi, dentro, fuori,...
Un territorio bellissimo che purtroppo convive con delle realtà insalubri che creano moltissimi disagi, da decenni.
Io lì in qualità di Senatore della repubblica e segretario della Monocamerale d’inchiesta sulle condizioni del lavoro, non potevo rimanere indifferente ed evitare di condividere con voi questa esperienza.
Si, subito, ho come tanti proposto di spostare l’azienda fuori da Taranto, sicuro di provocare ilarità nei miei interlocutori ma perdonatemi, solo io mi chiedo se è possibile continuare a distruggere un territorio così stupendo e peggio ancora la salute dei cittadini che hanno subito atrocità indicibili come ad esempio la morte di figli e madri? Non credo.
Alcuni mi hanno detto:
Senatore, sa quanti politici abbiamo portato qui dentro?
Non è mai cambiato nulla.
Io non voglio essere come quelli di prima ma….Ok, mi fermo e mi dico: non essere superficiale, conosci pochissimo, informati, pensa……allora mi chiedo: Sergio perché queste case costruite così vicino all’azienda?
Fammi andare a vedere un po’ di storia.
………………..
Oddio!
Le case “a ridosso dell’acciaieria” esistevano prima della costruzione dell’ex Italsider (1960) e poi del raddoppio (1971) dello stabilimento più grande d’Europa, realizzato senza licenza edilizia.
E leggo:…….”Dopo i dieci milioni di lire dati alla squadra di calcio, Antonio Cederna scrisse un memorabile articolo sul Corriere della Sera: «Taranto in balia dell’Italsider», «una città disastrata, una Manhattan del sottosviluppo e dell’abuso edilizio».”
“A capo degli speculatori fondiari il vescovo della città. Ministri ignoranti e giornalisti superficiali parlano di una storia che non conoscono. Peggio: non vogliono conoscere.”
Quindi?
E’ lo stabilimento ad essere stato costruito dopo le case, a 135 metri dalle più vicine. Quelle case vicino a cui sono sorte le ciminiere esistevano pertanto già prima e sono, per di più, frutto di edilizia pubblica e non certo di abusivismo edilizio.
Oltre ad inventare gli inesistenti 40 mila posti di lavoro all’Ilva questi politici inventano anche la storia di Taranto, capovolgendola.
Ripeto: nessuna casa nel quartiere Tamburi è stata costruita abusivamente a ridosso del muro di cinta dello stabilimento.
“Prodi vada a Taranto e verifichi di persona. Vedrà che le ciminiere sorgono purtroppo anche accanto al cimitero del quartiere Tamburi e non è stato certo il vecchio cimitero a sorgere abusivamente “dopo”. Tutto esisteva prima: basta vedere le lapidi.”
Allora è assurdo dare la colpa alla gente per errori compiuti invece da politici e da ingegneri privi di conoscenze ambientali.
A sbagliare furono i dirigenti delle Partecipazioni Statali che autorizzarono la costruzione dello stabilimento siderurgico di Taranto “al contrario”: l’area a caldo (la più inquinante) venne infatti realizzata vicino alla città e l’area a freddo (la meno inquinante) fu posizionata a maggiore distanza dalle case. Assurdo!
Basta guardare la cartina della disposizione degli impianti per vedere che parchi minerali, cokeria e agglomerato sono la linea più avanzata verso il fronte urbano, e da lì fuoriescono rispettivamente le polveri (parco minerali), il benzo(a)pirene (cokeria) e la diossina (agglomerato).
A sbagliare a Taranto non è stata la gente, ma chi ha governato.
Va bene, andiamo avanti Sergio….ma il magnifico acquedotto Romano che abbiamo visto affianco al muro dell’ILVA?
Ecco: L'acquedotto del Triglio fu un'opera di convoglio idrico nella valle omonima che serviva la città di Taranto in epoca romana fino all'Ottocento. L'acquedotto è composto da una serie di gallerie artificiali sotterranee e da una parte in superficie dal caratteristico aspetto ad archi, di epoca successiva a quella romana, sita nei comuni di Crispiano, Statte e Taranto.
Ma soprattutto l’acquedotto fu costruito fra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. (nel 123 a.C. secondo alcune fonti), nel periodo successivo alla fondazione dell colonia neptunia sulle rovine di Taranto dopo che questa era stata punita per la sua alleanza con Annibale, allo scopo di fornire acqua alle ville della periferia di #Taranto e non al suo abitato.
Insomma sono uscito da questi due giorni a dir poco pensieroso, colmo di tanti concetti, tanti sguardi e speranze. Un’esperienza dove sono spiccate sicuramente le problematiche ma devo essere onesto anche la grande professionalità e conoscenza di una nuova gestione, oggi, attenta all’ambiente e alla sicurezza di tutti.
Si, allora?
Allora OGGI più che mai sono estremamente convinto che con questo know-how e conoscendo tutti e dico tutti i retroscena e le responsabilità degli ultimi 60’anni di storia, L’azienda VA PORTATA FUORI DA TARANTO.
Innovazione, tecnologia, ambiente, salute, tempo, soldi ma fuori dalla città.
Al 2022, tanti miliardi di euro investiti sulla permanenza di un mostro, quando in realtà puoi costruire meglio, ottimizzando impianti e di conseguenza i prodotti finali, bonificando l’intera area attuale, ridonandola a Taranto e all’umanità, valorizzando le ricchezze naturali e storiche ma anche chiedendo umilmente scusa per tutto il male che abbiamo fatto.
Non può essere veritiero il consenso unanime visto negli anni nel far permanere una realtà così tossica e arrogante nell'illegalità e nel menefreghismo del bene comune.
Noi siamo qui per rappresentare tutti.....questo penso sia il senso. Rappresentiamo con orgoglio la professionalità, l’avanzamento tecnologico, la serietà e l’impegno ma anche e soprattutto le vittime, gli abusati, i medici che lottano in solitaria contro la morte o peggio, tentando di alleviare il dolore del fine vita.
Rappresentiamo chi ha speranza ancora che le cose possano cambiare, quelli che chiamano illusi!
Insomma, secondo me dobbiamo essere determinati nell’agire diversamente da quanto fatto sino ad ora e tutto deve portare a delle azioni concrete da parte dello Stato, l’azienda, i lavoratori e i cittadini, per dimostrare a tutti noi ma soprattutto ai nostri figli che siamo stati in grado di dare dignità alla vita.
Allora la nostra visita avrà avuto un senso vero e indimenticabile.